Il dottor Giorgio Festa, prima di incontrarsi con la figura di Padre Pio, svolgeva la sua attività di medico curante a Roma, dove era nato nel 1867. Medico stimato da tutti per la sua professionalità e per i valori umani e morali che incarnava. Persona intelligente dal carattere aperto, vivace, franco e leale, ma soprattutto grande uomo di fede. Probabilmente per queste sue qualità, fu scelto dai cappuccini della Curia generalizia di Roma come loro medico curante. Fu mandato dal generale dei cappuccini padre Venanzio da Lysle-en-Rigault, a san Giovanni Rotondo per visitare le stigmate comparse sul corpo di padre Pio. Egli non accettò subito l’incarico, attese circa tre mesi prima di recarsi sul Gargano.
Il dott. Festa arrivò la mattina del 9 ottobre 1919 a Foggia, dove fu accolto dal provinciale padre Pietro da Ischitella. Dopo aver pranzato, il pomeriggio di quel giorno partirono con il pullman di linea per San Giovanni Rotondo. Arrivarono di sera al convento, dove ad attenderli trovarono i frati della piccola comunità, compreso Padre Pio. Alle ore 21 circa Festa visitò Padre Pio. Crediamo che la visita sia stata eseguita accuratamente. La mattina seguente, alle ore sette, fece una seconda visita, per verificare lo stato del fazzoletto che la sera prima aveva applicato sulla ferita al costato. Lo trovò intriso di sangue. Giorgio Festa si fermò al convento alcuni giorni. Ritornò a Roma, dove stilò la prima delle tre relazione che invierà ai superiori, datata 28 ottobre, che poi consegnò alla Curia generale dei cappuccini il 15 novembre. Dopo quella visita seguirono altre due: 15-16 luglio 1920 e settembre 1925.
Il dottor Giorgio Festa è stato un personaggio di primo piano nella ‘tormenta’ vicenda di Padre Pio fino agli anni trenta. Un uomo che per primo intuì l’origine soprannaturale delle stimmate del Frate cappuccino, e che, con documenti alla mano, frutto di ricerche sul campo scaturite dalle visite effettuate, cercò di dimostrarle ai molti scettici. Dal temperamento forte, tentò di difendere Padre Pio contrastando, fin quanto poté e senza alcuna riserva, la figura colossale di padre Agostino Gemelli. Non ci riuscì solo perché l’avversario che aveva di fronte si chiamava Agostino Gemelli, che nella Chiesa godeva di ottima stima e di incondizionata fiducia.
L’amore per Padre Pio lo spinse oltre il suo limite, purtroppo però i fatti negativi che accaddero intorno al Frate, non risparmiarono neppure la sua figura, sempre fedele e al suo fianco. Dopo il 1925 non ritornò più a San Giovanni Rotondo e l’uscita del suo libro, avvenuta nel 1933, procurò non pochi dispiaceri a Padre Pio che ne prese, in alcune circostanze, le distanze con le dovute cautele. Morì senza sapere la verità. La storia però, con la canonizzazione di san Pio da Pietrelcina, gli ha dato il giusto riconoscimento per quell’amore che nutriva nei confronti della verità. Egli può essere considerato un TESTIMONE della figura di padre Pio.
La sua opera:
- Festa G., 1933 Tra i misteri della Scienza e le Luci della Fede, 1° ed., Arte st. Roma;
- Festa G., 1938 Misteri della Scienza e Luci di Fede, 2° ed., Ferri Roma;
- Festa G., 1949 Misteri di Scienza e luci di Fede, 2° ed. – 2° rist., Ferri. Roma;
- Festa G., 1936 Pater Pio von Pietrelcina. Der Mit Christi Wundmalen gezeichneter Kapuzner Ordnspiester in San Giovanni Rotondo. Ubers. U. hsg. V. F. v. LAMA. Karisruhe, Badenia;
- Festa G., 1958 Mistèrios da Ciencia e Luzes da Fé, Versao Autorizada da Segunda Edicao Sao Paolo.